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“The Middle Zone”

Inaugurazione Domenica 18 giugno alle 11
Mostra personale “The Middle Zone”
CEDAP-Museo Organica, Curadureddu, Limbara, Tempio Pausania.
Musica elettroacustica di Marco Dibeltulu e LanD ExcapE, testo di Alessandra Menesini.

Le mostre
Si inaugurano domenica 18 giugno alle ore 11:30 nelle sale dello Spazio CEDAP, le due nuove mostre della programmazione 2023 del Museo Organica (visitabili fino al 20 luglio). Per la sezione di arte contemporanea, l’appuntamento è con The middle zone, la nuova personale di Gavino Ganau a cura di Alessandra Menesini; per la sezione fotografica e multimediale, la retrospettiva Lungo i sentieri di Faber dedicata agli anni galluresi del cantautore Fabrizio De André a cura di Giannella Demuro e Giovanni Gelsomino in collaborazione con l’associazione Iskeliu, il Tempio Faber Festival, l’associazione “Amici di Fabrizio De André” e La Nuova Sardegna.

• Sarà l’artista tempiese Gavino Ganau il protagonista del secondo ciclo di appuntamenti del Museo Organica per la sezione arte contemporanea con la personale “The middle zone”. La mostra, curata dalla critica Alessandra Menesini, presenta una serie di opere pittoriche su tela a tema ornitologico, intrise di un’idea di natura arcaica e idealizzata, semplice e evocativa allo stesso tempo. I soggetti ritratti campeggiano su sfondi volutamente artificiali, innaturali e spiazzanti, allusivi di un’antropizzazione irreversibile. La riflessione è rafforzata dal tappeto sonoro
elettroacustico di Marco Dibeltulu e LanD ExcapE. Scrive a proposito della mostra la curatrice: “Soavemente allarmanti. Si stagliano su fondi verde acido, su pallidi celesti, su indefiniti biancori, su stesure rosate. Qualche volta svolazzano, più spesso sono immoti, i “birds” di Gavino Ganau. Creaturine piumate che posano su rami, fronde, stecchi. Ignari di essere minacciati, si offrono allo sguardo nella loro tenera bellezza, anche se sotto le zampe ci sono le spine. Nessun intento naturalistico, nessuna visione bucolica nei ritratti di questi pennuti che abitano “The middle zone”, una terra di mezzo che è anche un confine. Un valico, forse. Comunque un luogo da cui non si vede il cielo, che non ha orizzonti, che ha spazio risicato. Gavino Ganau azzera la prospettiva, nelle sue ambientazioni irreali cariche di colore. Rosso, nero, giallo, come vitalissima vibrazione di esseri leggeri e fragili. […] E salvi, per ora, da ogni possibile mutazione. Ma inseriti in una atmosfera vagamente tossica seppure splendente. Un contrasto reso quasi inapparente dalla maestria di un autore che scava dentro i suoi soggetti e rappresenta il visibile e ciò che si cela”.

Gavino Ganau (Tempio Pausania, 1966) vive e lavora a Sassari. Il suo lavoro inizialmente è stato alimentato dal confronto con i linguaggi mass-mediali e le icone popolari della contemporaneità con opere raggruppate in differenti filoni tematici. In seguito, Ganau concentra la sua ricerca su persone comuni colte in ambienti disparati. Il lavoro recente si basa su una nuova dimensione cromatica e luministica più ampia rispetto all’iniziale bianco e nero. Un nuovo approccio tecnico che permea di novità la sua pittura, pur rimanendo legato ai soggetti a lui più cari.

Marco Dibeltulu ha studiato al Conservatorio di Cagliari Composizione, Musica corale, Direzione di coro e Musica elettronica (con Francesco Giomi, Sylviane Sapir ed Elio Martusciello). Laureatosi anche in Didattica della musica al Conservatorio di Sassari, insegna Tecnologie musicali al Liceo musicale “D.A. Azuni” di Sassari. LanD ExcapE è un progetto di musica elettronica nato da un’idea di Gavino Ganau (Raissa and the Melters). Attualmente LanD ExcapE vede la partecipazione di Giovanni Dibeltulu (Itch, Raissa and the Melters) nella veste di coautore. Il progetto affronta tematiche socio-ecologiche, narrando musicalmente il concetto di insostenibilità.

• Accanto alla mostra di Gavino Ganau, il 18 giugno si inaugura anche Lungo i sentieri di Faber, la retrospettiva su Fabrizio De André a cura di Giannella Demuro e Giovanni Gelsomino. La mostra, realizzata in collaborazione con l’associazione Iskeliu, il Tempio Faber Festival, l’associazione “Amici di Fabrizio De André” e La Nuova Sardegna, vuole offrire uno scorcio emozionale sugli anni “galluresi” del cantautore. Alla metà degli anni Settanta, Fabrizio De André decise insieme alla compagna Dori Ghezzi di acquistare uno stazzo non lontano dalla “Città di Pietra” e di vivere una vita di campagna, semplice e genuina. Quello stazzo, l’Agnata, divenne il loro rifugio e la loro casa. Scrive a tal proposito Giovanni Gelsomino: “Una terra (la Gallura) che lui ha amato da subito e che lo ha praticamente rigenerato, restituendogli quel “senso delle cose semplici” che sono poi le cose che fanno la vita di un uomo, quelle che veramente contano. Che per lui contavano. Non una fuga dalla città quindi, non la ricerca di un eremo dove isolarsi e sfuggire ad ogni richiamo. Semplicemente un ritrovarsi tra persone che sanno guardarti negli occhi, che sanno vivere la vita nei suoi ritmi primordiali, nei suoi valori più genuini, dove è possibile mantenersi in vita serenamente, parlando, ascoltando, stringendo amicizia con la gente del posto, la gente semplice, imparandone la lingua, immergendosi nella sua cultura e nella tradizione, trovando nuovo humus che diventerà in De André, poesia”. Un omaggio, dunque, al passaggio di Faber in Gallura attraverso foto, memorie, testimonianze e installazioni multimediali.


“Dialoghi Siciliani”

A cura di Matteo Galbiati.
Taormina, ex Chiesa del Carmine e Palazzo Duchi di Santo Stefano, 5 dicembre 2021 / 16 gennaio 2022.
Inaugurazione domenica 5 dicembre ore 17.30.
Dal martedì alla domenica ore 10/19.
Patrocini:
– Assessorato Regionale alla Cultura e Identità siciliana
– Comune di Taormina
– Accademia di Belle Arti di Catania
– Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia
Organizzazione Catania Art Gallery, catalogo edizioni Elefantino.

Corpo emotivo, un luogo di incontro:

Alberto Abate, Natale Addamiano, Lidia Bachis, Giuseppe Biagi, Claudio Bonichi, Aurelio Bulzatti, Jean Calogero, Salvatore Caputo, Alberto Castelli, Antonella Cinelli, Marco Colazzo, Aldo Damioli, Tamara Ferioli, Daniele Galliano, Gavino Ganau, Sergio Giannotta, Paolo Giorgi, Piero Guccione, Giuseppe Guzzone, Felice Levini, Enrico Lombardi, Ignazio Mazzeo, Lillo Messina, Marco Minotti, Gianmarco Montesano, Franco Mulas, Maurizio Pometti, Gioacchino Pontrelli, Salvatore Pulvirenti, Angelo Zanella
Ex Chiesa del Carmine, Taormina (ME)

Dimensione astratta, un orizzonte sensibile
Alessio Barchitta, Mario Consiglio, Roberto Floreani, Cesare Galluzzo, Monica Gorini, Marco Grimaldi, Silvia Inselvini, Gabriele Landi, Antonio Marchetti Lamera, Vincenzo Marsiglia, Piero Mascetti, Edoardo Modenese, Gianfranco Notargiacomo, Nuovi Lirici (Valerio Anceschi, Roberto Casiraghi, Misia De Angelis, Alessandro Fieschi, Ayako Nakamiya, Pietro Pasquali, Rossella Rapetti, Tetsuro Shimizu, Valdi Spagnulo), Gianluca Patti, Enzo Rovella, Giuseppe Salvatori, Enzo Tardia
Palazzo Duchi di Santo Stefano, Taormina (ME)


“The reality of things”

Inaugurazione venerdì 7 febbraio ore 18.00

Mostra personale

Dal 7 febbraio all’8 marzo l’aeroporto Olbia Costa Smeralda, con l’evento “Flight Club”, si apre alla comunità con un ricco programma di musica, sport, spettacoli, mostre ed enogastronomia, che si svolgerà all’Aeroporto  durante i lavori di ristrutturazione e allungamento della pista.

In mostra 25 opere recenti. A cura di Maria Assunta Fodde.

“Tante le mostre permanenti: Olbia del periodo greco (630-510 a.C.) organizzata dalla Soprintendenza Archeologica,  l’Expo Artigiani in collaborazione con Confartigianato, il Totem Multimediale dei Tenores di Bitti, l’ambientazione floreale della Tecnoverde, l’evento Bittirex con le sue ricostruzioni di Dinosauri e le mostre su Leonardo da Vinci, Man, Inventor e Genius, The reality of things di Gavino Ganau, Evolution di Massimo Onnis, Cosa bolle in pentola di Visionare-Giuseppe Ortu e Intrecci di bellezza dell’Artigianato Artistico. Di particolare rilievo l’incontro con l’astronauta Paolo Nespoli il 7 marzo e l’esibizione musicale di Paolo Fresu e Danilo Rea l’8 marzo. I parcheggi dell’aeroporto durante il “Flight Club” saranno gratuiti.”
(Virgolettato da olbianova.it)


Veritas

Inaugurazione Venerdì 29 novembre, ore 18.00

Mostra personale
dal 29 novembre al 14 dicembre

Temporary Storing della Fondazione per l’arte Bartoli Felter, Via 29 novembre 1847, n° 3 Cagliari,  a cura di Alessandra Menesini.

“Riprodurre la realtà senza realismo. Anche quando a essere dipinti sono i bellissimi uccellini posati su alberi invisibili da cui, non si sa come, germogliano rametti, bacche, foglie. Elementi naturali, in tinte soavi, che Gavino Ganau fa nascere da sfondi lisci e netti, in un omaggio, altamente estetico, alla pittura calligrafica giapponese. E accostati, senza nessuna dissonanza, alle atmosfere metropolitane di figure immobili davanti a un quadro o ritratte in primi piani frontali d’impronta cinematografica.

In VERITAS, nome dell’asteroide intitolato alla dea romana madre di Virtus (eh, sì !), una simultaneità di presenze. C’è distacco tra l’artista e i suoi soggetti ed è la fissità delle pose a rimarcare la lontananza tra lui, noi e i protagonisti che fanno una cosa semplicissima: guardare. Atto transitivo ma non nell’ottica di un artista che da sempre è attratto dalle incoerenze della contemporaneità. Ci sono in prevalenza volti femminili, nelle sue opere, e alcuni sono attraversati da strisce colorate assimilabili in qualche misura ai codici a barre. Un richiamo commerciale per niente casuale, rimarcato da stacchi cromatici che mettono in evidenza i lineamenti e insieme li alterano.

Nei lavori accuratamente progettati di Gavino Ganau, titoli in inglese e citazioni esplicite del pop di Andy Wharol e Roy Lichtenstein, dei proun con cuneo rosso di El Lissitzky, delle foto con etichetta irridente di Barbara Kruger. Espressioni autorali di epoche diverse e proprio per questo inserite nella galassia terrestre di un’umanità frammentata, vagamente interrogativa e certo meditabonda “.

Alessandra Menesini


Preview of Cloudland

Inaugurazione Martedì 23 Luglio 0re 18.30

Gavino & Alice Ganau
Palazzo Pes – Villamarina Via Villamarina, 1 Tempio Pausania

Mostra inserita nel Festival Bookolica, che si svolgerà in diverse località della Sardegna dal 22 al 4 agosto.

Preview of Cloudland” non è solo una mostra ma un evento sinergico tra arte visiva e scrittura, l’incontro tra le parole di Alice Ganau e la Pittura di Gavino Ganau, l’anteprima di una storia e la sua visualizzazione.

Preview of Cloudland

…una forte luce bluastra iniziò ad uscire dalla stanza, Bastet teneva in mano uno schermo che proiettava in diretta ciò che stava accadendo all’interno della camera, le videocamere erano dotate di uno speciale filtro che permetteva loro di guardare senza venire accecati dal bagliore blu.
Il ticchettio del timer olografico al polso di Nodis indicava sette minuti e Alya era ancora seduta lì, con gli occhi spalancati – l’iride e la cornea nere – circondata da quel maledetto bagliore.
“58… 59… 60…! Vai!”: Nodis urlò fissando i numeri, ma Bastet non gli diede nemmeno il tempo di finire di parlare che premette il pulsante posto al lato dello schermo, continuando ad osservare le immagini proiettate: tre piccoli droni iniziarono a ronzare intorno alla testa di Alya, due di loro presero ad attorcigliare i suoi capelli mentre il terzo si posò sulla sua spalla intonando una singolare melodia.
Dopo 47 secondi gli occhi si chiusero, la luce emanata dai capelli si spense, e Alya crollò sul letto, svenuta. I due ragazzi si precipitarono nella stanza, per assicurarsi che tutte le funzioni vitali dell’amica fossero a posto. “Prendi il quaderno, dovremmo tradurre…”

Nodis si chinò su Alya, prese il quadernino nero posto sul suo grembo e la fece sdraiare comodamente.
C’era un altro effetto collaterale riguardo ai poteri della mezzosangue: ogni volta che “origliava” in quel modo scriveva tutto ciò che sentiva, traducendolo nel linguaggio numerico del pianeta di suo padre; ma non era un problema, se non per il fatto che Alya sembrava dimenticare tutto, una volta sveglia.
Tutto ciò che avevano per tradurre quei codici numerici era un piccolo schema che lei stessa aveva messo a punto durante uno dei suoi “viaggi”: uno schema disordinato, e abbastanza complicato da utilizzare, ma era pur sempre meglio di niente. Di solito per tradurre ci voleva almeno un giorno, e forse più.
Questa volta Alya aveva trascritto una pagina e mezza di codice numerico, più di quanto avesse mai fatto.
“Ci vorranno dei giorni, non ce la faremo mai, sai quanto Freynas sia veloce”

“Mettiamoci subito al lavoro, allora! Dopo anni e anni di sonno anche i suoi poteri devono essersi indeboliti…ci vorrà qualche settimana per riprendersi del tutto”.
Bastet si limitò ad annuire: se tra loro c’era qualcuno esperto di streghe quello era Nodis, ne ha servita una per anni quando era bambino.
Arrivò la sera e Alya riposava ancora. Erano riusciti a risvegliarla solo per qualche minuto, giusto il necessario per farle mangiare qualcosa.
Durante tutto il giorno avevano tradotto mezza pagina; per qualche motivo stavano procedendo molto più velocemente del solito: il codice sembrava più semplice.
Da quel che si poteva capire c’erano tre voci: quella di Freynas, quella del suo secondo più fedele Balbatar e un’altra ancora che Alya non era stata in grado di identificare, nonostante i suoi poteri. La conversazione sembrava accesa, e questo si poteva capire già da quella mezza pagina.

Nonostante ciò che aveva detto Alya, Bastet e Nodis erano scesi nei sotterranei della fortezza: una commistione tra una prigione di pietra e un moderno laboratorio scientifico. Dovettero attraversare un lungo salone per arrivare al pesante telo rosso che copriva l’enorme parete: Bastet ne afferrò un’estremità tirando con forza e rivelò un quadro che ritraeva una donna piangente, e un paesaggio in continuo movimento, il suo vestito. Era Lady Cryinglandscape.
La donna prese un respiro profondo, come fosse stata in apnea fino a quel momento: “ragazzi…dov’è Alya?”

To be continued…

Alice Ganau


Preview of Cloudland

Inaugurazione Venerdì 22 Marzo 0re 18.30

Gavino & Alice Ganau
Libreria Dessì, Sassari – Largo Cavallotti, 17

A cura di Ilaria Mura

Associazione Culturale Contemporanea

Preview of Cloudland” non è solo una mostra ma un evento sinergico tra arte visiva e scrittura, l’incontro tra le parole di Alice Ganau e la Pittura di Gavino Ganau, l’anteprima di una storia e la sua visualizzazione.


VERSO ORIENTE

16 Febbraio > 26 Maggio 2019

Inaugurazione Sabato 16 Febbraio ore 17.30

Artisti:
Gavino Ganau
Vincenzo Pattusi
Pietrina Atzori
Barbara Pala

Itinerari Femminili a cura di Anna Rita Punzo con la consulenza scientifica di Franca Ermini
Barumini Centro di Comunicazione e Promozione del Patrimonio Culturale “Giovanni Lilliu”

Tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento un ‘polline’ leggero trasportato da silenziose brezze orientali giunse in Occidente e, spargendosi, diffuse un nuovo modo di percepire, osservare e raccontare la bellezza, l’esotico, l’altrove: nasceva le Japonisme. Il Giappone fuori dal Giappone assunse esiti originali e di elevata qualità artistica ed estetica; dalla moda alla letteratura, dalla poesia al teatro, dalla musica alla pittura, dalla scultura alle arti decorative, tutto fu investito, stimolato, influenzato e rinnovato dal gusto per le “cose giapponesi”. La Terra del Sol Levante divenne ambientazione privilegiata di vicende tragiche, romantiche e sensuali dal tòpos ricorrente: il dualismo Occidente/Oriente – uomo/donna, che trovò una delle sue massime espressioni nella trama della Madama Butterfly, storia che tuttavia si distingue dalle altre perchè basata su una vicenda realmente accaduta. L’opera, magistralmente musicata da Puccini, debuttò alla Scala di Milano il 17 Febbraio 1904.

Nel 115° anniversario dalla prima, il Centro di Comunicazione e Promozione del Patrimonio Culturale “Giovanni Lilliu” di Barumini inaugura la programmazione annuale con la mostra Verso Oriente. Itinerari Femminili. Il progetto, curato da Anna Rita Punzo con la consulenza scientifica di Franca Ermini, definisce un percorso polisemico che è al contempo un’escursione nel tempo e nello spazio, un focus sulla figura femminile e sullo sguardo maschile, un viaggio tra le recenti produzioni artistiche di quattro esponenti del panorama regionale: Gavino Ganau , Vincenzo Pattusi i, Pietrina Atzori e Barbara Pala .

La quotidianità che emerge dai frames pittorici di Gavino Ganau, accoglie e conduce in un peculiare universo filmico che dal contemporaneo muove a ritroso nel tempo, fino all’America operaia fotografata da Alfred T. Palmer nel ’42. I soggetti ritratti sono esclusivamente donne, forti e vulnerabili, assorte nel lavoro e nei propri pensieri, immerse nello spazio che le circonda e alienate dal contesto, non semplici comparse ma protagoniste, eroine che incarnano caratteri ed emozioni universali. In questa realtà artistica pop e contemporanea, caratterizzata da colori brillanti e piani definiti, si innesca e lentamente propaga lo stesso ‘polline’ leggero che si diffuse nell’Europa di fine ‘800, quel fascino per la cultura giapponese che oggi alimenta nuovi esiti artistici ed ibridazioni originali, come le opere della designer Barbara Pala e della fiber-artist Pietrina Atzori. Barbara Pala realizza il poetico volo di origami in broccato e damascato, metafora visiva del viaggio Verso Oriente; Pietrina Atzori scrive una preziosa pagina di alta manifattura artistica confezionando un double-kimono Boro Boro da materiali tessili di recupero.

L’opera, simbolo di trasformazione e rinascita, incarna l’ossimoro della “perfetta imperfezione”, l’ideale di bellezza proprio dei princìpi etici ed estetici di sobrietà, semplicità e modestia. All’Oriente guarda anche il repertorio di Geishe firmate da Vincenzo Pattusi, una policroma e sensuale galleria di sguardi criptici, gesti accennati e pose ieratiche, in cui convivono armoniosamente sensibilità artistica contemporanea e colto citazionismo.
La resa e l’accostamento dei colori sono i principali elementi strutturali dell’immagine e rispondono ad un attento criterio di relazioni ed equilibri. Anche le fanciulle di Pattusi come quelle di Ganau incarnano caratteri ed emozioni universali: sono donne assorte, immerse nello spazio che le circonda ma al contempo distanti da quel luogo, delicate come fiori e robuste come salici, non semplici comparse ma protagoniste di odierni Itinerari Femminili.
Anna Rita Punzo


End of the year
Dal 17 al 21 Dicembre – Camera di Commercio di Sassari Via Roma 74.

Inaugurazione venerdì 7 dicembre 2018 ore 17.30

Artisti:
Riccardo Camboni
Dario Caria
Gianni Casagrande
Lorella Comi
Ettore Aldo del Vigo
Gavino Ganau
Paolo Loi
Efisio Niolu
Luca Sanna
Marina Scardacciu

Ideazione coordinamento: Dario Caria e Marina Scardacciu
Curatore: Alessandro Ponzeletti

Sino al 20 dicembre 2018.


Come Ognuno di noi
Mostra personale a cura di Giuseppe Pulina
Colonna sonora: Bob Beat
Spazio Faber Via Vittorio Veneto 3, Tempio Pausania

COME OGNUNO DI NOI

In generale si dice dell’arte e degli artisti che questi, attraverso le loro opere, in modo più o meno cifrato, raccontino le proprie vite, mettendo a nudo ciò che altrimenti rimarrebbe nascosto. Vale a dire che, pur non riconoscendolo apertamente, partirebbero dal privato per esprimere, sotto la forma di un prodotto finale, qualcosa di meno intimo e personale. Vale per tutti e vale, quindi, anche per Gavino Ganau, ma con una specificazione che non si può omettere: in ogni sua opera Ganau racconta qualcosa di sé e, nello stesso tempo, ritrae la contraffatta plasticità del mondo di tutti.

Racconta cioè un mondo e un tempo di cui sentiamo di fare parte. Un mondo e un tempo che ci appartengono e ai quali apparteniamo. Tutte le opere in mostra ritraggono il “falso movimento” (la contraffatta plasticità) delle nostre occupazioni quotidiane. Cambia poco se siamo davvero noi gli artefici diretti, perché nella società dello spettacolo può essere gratificante anche il solo riflettersi e rivedersi in ciò che fanno gli altri.

Ogni opera di Ganau è come il fotogramma di una pellicola che, scorrendo davanti ai nostri occhi, sorprende per la familiarità delle scene, delle figure e dei gesti che riproduce. È un’arte scenograficamente evocativa che gioca con i codici comunicativi della contemporaneità (cinema, musica, linguaggio pubblicitario), nobilita l’ordinario (si pensi all’immagine del tatuatore all’opera), racconta il disordine metropolitano e si fa sempre più determinata e disinibita di fronte alla scelta del colore, impiegando meno il bianco e nero delle origini, senza però rinunciarvi del tutto. Con la sola eccezione dell’autoritratto dell’artista che va tautologicamente a con-fondersi con una delle sue opere, è raro che l’arte di Ganau giochi con le parole. Ne fa, sì, uso, ma con disciplina e circospezione, consapevole del peso che le parole possono avere quando si offrono come il commento testuale di un’immagine.

È un’arte didascalica, quella di Ganau, nel duplice senso di questo termine. Lo è, innanzitutto, perché la parola viene incorporata, quasi inghiottita, nell’opera che se ne serve e alimenta. Si tratta poi di un’arte eloquente, che parla e interpella, che dice e interroga, perché ogni immagine equivale a un’interrogazione. L’autore vi ha sigillato dentro la sua risposta, ma questa non vuole essere vincolante ed esclusiva. Una risposta deve essere però data e la domanda non può essere elusa. In fin dei conti, è questo che l’artista chiede, chiamando in causa l’osservatore, perché, a suo modo, completi l’opera, interpreti la sua parte, indossi e getti la maschera. “Come ognuno di noi”. Niente di più. Niente di meno.

Giuseppe Pulina


Inaugurazione giovedì 8 novembre ore 18.00

“Mostra personale “In Attesa”
Galleria Lazzaro by Corsi, via Cenisio 50, Milano.

Evento legato alla vittoria del Premio Marchionni 2018, in collaborazione col Museo MAGMMA di Villacidro.

L’esposizione continua sino al 24 novembre.
Orario di apertura: dal martedì al sabato 9.00/13.00 – 15.00/19.00″


Venerdì 12 ottobre 2018 – ore 18.30

A New Marketable Series
mostra personale

Chora spazio espositivo
Via Zanfarino 29 Sassari
a cura di Valentina Scanu
sino al 3 novembre
Apertura: giovedì, venerdì e sabato ore 18.00/20.00
E su appuntamento.

L’arte del Marketing è da sempre esperta dell’ipnosi dello sguardo. Tanto meno è evidente la strategia di seduzione, maggiore la possibilità di costruire consenso e produrre consumo.
Nel lavoro di Gavino Ganau appropriazione e montaggio sono metodo costruttivo e decostruttivo insieme. In un’epoca “immaginaria” come la nostra, la rappresentazione tenta di sostituirsi alla realtà e l’apparenza si finge neutrale, si vende come affidabile. Dietro a fotografie che si mostrano come inconfutabili e brevi slogan urlati e ripetuti, il potere delle immagini può farsi utile alla costruzione di immagini di potere. Non è un caso che il politico e il religioso abbiano da sempre guardato con grande interesse e preoccupazione all’effetto persuasivo di un manifesto, al culto dell’icona, alla produzione artistica del momento.
Questa nuova serie pittorica abbandona il privilegio del bianco e del nero delle produzioni precedenti , per aprirsi ai passaggi intermedi e si accosta all’illustrazione, più vicina al mondo della pubblicità e dell’editoria, che Ganau omaggia di riferimenti, citazioni, saccheggi.
L’artista decide qui di prendere posizione dalla parte dei soggetti esposti alle controversie della propaganda, accoglie la sfida contemporanea posta al ruolo politico dell’arte e ne celebra i momenti di massima potenza critica.
Prendere posizione significa però interrogare la stessa postura delle opere in mostra. A new marketable series solleva la soglia d’attenzione sul fascino dell’estetica al servizio del marketing pubblicitario e politico. Gioca a carte scoperte. Dichiara senza riserve il valore commerciabile dell’oggetto-opera d’arte che, liberato dalla sua aura mistica, può farsi anche scambio, circolazione, consumo, guadagno. Ma, proprio perché radicalmente critico, quasi autoimmune, non firma una resa incondizionata al mercato.
Valentina Scanu


Sabato 8 Settembre 2018

Nel Palazzo Collegio Raffaello di Urbino, alle ore 18:30, si inaugura la 1° mostra itinerante dell’edizione 2018 del Premio Marchionni, il concorso internazionale d’arte contemporanea lanciato dal Museo Magmma di Villacidro con il sostegno dell Fondazione di Sardegna.

La mostra è curata da Vitaliano Angelini (Presidente di Urbino Arte) e Walter Marchionni (Direttore del Magmma). L’esposizione comprende: il vincitore della Sezione Pittura Gavino Ganau, al quale si affiancheranno i vincitori , ex aequo, della Sezione Grafica : Marco Tidu e Tomas Darnell.
Oltre ai vincitori assoluti alle mostre itineranti partecipano i primi dieci selezionati per sezione.

Giuria del Premio: Umberto Palestini , direttore dell’Accademia di Belle Arti Urbino, Alessandra Redaelli, giornalista e curatrice di Arte Milano, Adriano Corsi, direttore dell’Archivio Lazzaro di Milano, Vittorio Spampinato, direttore artistico del Museo Cá La Ghironda, Giorgio Sorrentino della Galleria Artesanterasmo di Milano, e
Vitaliano Angelini , presidente Incisori Urbinati.


Dal 3 agosto al 6  settembre, alla Galleria ARTPORT dell’aeroporto Olbia Costa Smeralda, Mostra personale “Wish you were here”, a cura di Maria Assunta Fodde,

“Persone comuni assorte nei propri pensieri e colte in ambienti disparati: interni, spazi metropolitani e di natura antropomorfizzata. L’attenzione si sposta verso una modalità più profondamente metaforica dove l’immagine finale, come condensato di una riflessione esistenzial-sociologica, si produce con spontaneità. Un linguaggio bilanciato tra forma e accordo cromatico, conferiscono seduttività all’opera e riconducono l’approccio ad atteggiamenti riflessivi, dove la scelta dei soggetti “sospesi”, in attesa di eventi portano a sensazioni interiori forti e di grande suspence.”


5 Maggio 2018

1° classificato al Premio Internazionale Marchionni 2018 al Museo MAGMMA di Villacidro. Sabato 5 maggio si è svolta, nella prestigiosa cornice del Museo MAGMMA di Villacidro, la premiazione del 3° Premio Internazionale d’Arte Contemporanea Marchionni 2018.
Novecento i partecipanti.

Dopo due edizioni vinte dal colombiano Juan Eugenio Ochoa (nel 2016) , dal macedone Sinisha Kashawelski per la prima volta è aggiudicato a un sardo.
In mostra al Museo MAGMMA i 20 finalisti, successivamente l’evento approderà in Musei e Gallerie di Bologna, Urbino, Milano e Porto Cervo.

Dopo la tappa al Museo MAGMMA di Villacidro, la mostra “Un Filo Rosso”, collettiva di 20 artisti contemporanei del contesto nazionale e internazionale, collegata all’evento “Rembrandt, Incisioni”, si sposterà dal 12 maggio 2018 alla Galleria “Promenade Du Port” a Porto Cervo. Sarà visitabile sino la 12 Giugno.


14 Novembre 2017,

inaugurazione collettiva “Isole Faber – Tessuto Sardegna”, Galleria Micro Arti Visive, Roma


27 ottobre 2017,

inaugurazione di “Sei X Gramsci”, collettiva alla Fondazione per l’arte Bartoli Felter, Temporary Storing, Cagliari in via 29 novembre, in mostra le opere di Gavino Ganau, Monica Lugas, Alessandro Melis, Roberto Meloni, Marco Pili, Marcello Nocera e con la partecipazione di Marta Fontana, ulteriore omaggio al grande pensatore Antonio Gramsci, in un allestimento che si affianca al progetto vincitore del Bando Comunale ” VERSO GRAMSCI ” allestito presso lo Spazio C.ARTE.C. della Galleria Comunale-Giardini Pubblici di Cagliari;


21 ottobre,

inaugurazione “Premio Marchionni 2017”, i selezionati, Palazzo del Collegio Raffaello, Urbino;


13 ottobre 2017

“Sardegna Contemporanea, spazi archivi produzioni”, Museo Man, Nuoro, terza tappa del programma pluriennale del Museo MAN “La costante resistenziale”, dedicato allo studio delle ricerche più innovative che, a partire dalla fine degli anni Cinquanta, hanno caratterizzato la scena artistica regionale.

L’individuazione di un possibile connotato specifico, da riconoscere all’interno delle diverse esperienze, costituisce l’ossatura di questo progetto. La “Costante resistenziale sarda” è infatti un concetto con il quale l’archeologo Giovanni Lilliu ha cercato di esprimere la storica lotta condotta dal popolo sardo contro le potenze coloniali che di volta in volta si sono affacciate sulle coste dell’isola.. A  cura di Micaela Deiana;


5 ottobre 2017,

inaugurazione “Premio Marchionni 2017,” i selezionati, Museo Cà La Ghironda, Bologna;


12 settembre 2017

inaugurazione “Premio Marchionni 2017”, i selezionati, Archivio Lazzaro, Milano;


8 settembre 2017,

inaugurazione di “Mi sono perso un attimo”, Spazio Turritana, Sassari, artisti: 05eCGi@l5t3, Francesca Randi, Gavino Ganau, Gianni Casagrande, Gianni Pastorello, Josephine Sassu, Leonardo Boscani, Max Mazzoli, Narcisa Monni, Tonino Mattu, a cura MR. FLY BAN STUDIOS;


10 giugno 2017,

“Finale Premio Marchionni 2017” (vincitore “Premio itinerante” a Milano, Bologna e Urbino), Museo MAGMMA, Villacidro, artisti selezionati, per la sezione pittura: Erika Azzarello, Francesco Stile, Gavino Ganau, Gavino Piana, Ileana Colazzilli, Luca Vallotta, Massimiliano Galliani, Max Mazzoli, Nara Tomassini, Patrick Pioppi, Raffaello Bongini, Raphael Bouyer, Simone Geraci, Simone Prudente, per la sezione grafica: Francesco Mauro, Francesco Stile, Ugo Cardenas, Laura Cangelosi, Luca Dalmazio, Marco Tidu, Ricardo Aleodor Venturi, Roberta Congiu,   Sabato Panico, Simone Geraci, Stephen Spiller, Daniela Savini, Diego Vargiu, Dusan Pacuch;


29 aprile 2017

In occasione del Giro D’Italia in partenza dalla Sardegna il Museo MAGMMA di Villacidro (città d’origine di Fabio Aru) ospiterà la mostra collettiva “100 di questi GioRnI”. Inaugurazione 29 aprile,  opere di Francesco Altomare, Giuseppe Cacciatore, Michele Cara, Liliana Cecchin, Andrea Ciresola, Luca Dalmazio, Peppe Denaro, Fernando Di Stefano, Gavino Ganau, Massimiliano Kronmuller, Max Mazzoli, Sabato Panico, Davide Prevosto, Andrea Savazzi, Francesco Stile e FrancescoZefferino. La mostra resterà aperta dal giovedì alla domenica dalle 16,30 alle 18,30. L’esposizione è realizzata dal MAGMMA e dalla Fondazione di Sardegna con il patrocinio del Comune di Villacidro e della Regione autonoma della Sardegna.


23 marzo 2017,

Lost and found, Personale al Temporary Storing della Fondazione per l’arte Bartoli – Felter, in via 29 Novembre  a Cagliari, a cura di Alessandra Menesini, che scrive “Ghiacciati dal bianco e nero, accostati per antitesi, isolati nella stessa tela da diaframmi impercettibili. Sono collegati da nessi sottili, i soggetti di Gavino Ganau. Acrilici fluidi per interni casalinghi dall’ordinato mobilio, per cieli tanto bassi da toccare la terra. Per i soldati in armi, per le figure di spalle, per gli alberi secchi come sterpi. Per individui indifferenti a ciò che sta loro intorno, per i loro visi assorti dalle espressioni intente. Dipinge l’attesa, Gavino Ganau. La rappresenta in primi piani cinematografici o nella vastità di paesaggi sfumati e vasti tanto da ingoiare l’orizzonte. Scenari di guerra, porzioni di città, colline ondulate e distanti…”;


“Lost and Found”, dal 23 marzo al 12 aprile, personale nella galleria Temporary Storing della Fondazione per l’arte Bartoli Felter, Via XXIX Novembre 1847, 3, Cagliari

https://m.facebook.com/FondazioneArteBartoliFelter/


Intervista a cura di Francesco Cogoni su Cagliariartmagazine e connectivart

http://www.cagliariartmagazine.it/intervista-a-gavino-ganau/


http://connectivart.altervista.org/intervista-gavino-ganau/


Mostra online sul portale Google Cultural Institute, progettata e realizzata da Frattura Scomposta, attiva organizzazione operante nel settore dell’arte contemporanea in tutti i suoi ambiti (mostre fisiche e online, magazine e pubblicazioni).  Dal 16 dicembre 2016.

https://fratturascomposta.culturalspot.org/exhibit/gavino-ganau/7gKyAmXu2w3GJg


Exit Voto, Amanei, Salina, Isole Eolie, a cura di Rossana Calbi;


Exit Voto, Parione9 Gallery, Roma, a cura di Rossana Calbi;